Riprendo il riassunto della settimana dopo aver saltato una puntata per motivi di esaurimento energie..

  • 🖥️ il video di presentazione di Google Gemini external link to Youtube è notevole, ma è anche evidentemente artificiale (e non nel senso che il termine dovrebbe significare in questo contesto): quanto è probabile che l’AI produca un’esclamazione come ‘What the quack’? Ovviamente gente molto più esperta di me si è armata di sano e doveroso scetticismo, a partire da Bloomberg external link (via Pixel Envy external link )
  • 🎬 Non posso dire che Napoleon di Ridley Scott mi abbia deluso, fondamentalmente perché da Scott non mi aspetto molto: non è mai stato il mio regista preferito, e credo non sia controverso dire che la sua produzione migliore ha ormai diversi anni. Ma forse il mio bias - e una forte irritazione post-Brexit - mi porta a vedere l’opera di un regista più intento a ridicolizzare il personaggio storico francese e a mettere sul piedistallo il suo avversario britannico che a dare una rappresentazione realistica dell’Imperatore. Come per The Last Duel, i Francesi (uomini) sono esecrabili, le eroine sono le loro donne (che però non meritano di apparire nel titolo). A differenza di The Last Duel, nel cast c’era una (singola) attrice francese - o meglio, c’è nei crediti: le scene di Ludivine Sagnier sono state tagliate in fase di montaggio dalla versione arrivata in sala
  • 📺 È tornato il Doctor Who di Russell T Davies, e con lui il Dottore di David Tennant: non avevo amato la prima iterazione di questa accoppiata, e i primi due special di dimostrano sulla stessa linea, con storie tra il puerile e lo snervante, e la recitazione tutta denti di Tennant. Ma è un piacere che i nuovi episodi siano disponibili immediatamente su Disney+ , e c’è speranza che Ncuti Gatwa porti una ventata di freschezza
  • 📖 Ho finito di leggere Terminus Malausséne, l’ultimo libro di Daniel Pennac che promette di essere un capolinea per la famiglia creata dall’autore francese quasi quarant’anni fa. I personaggi sono invecchiati, l’autore pure, anche se il racconto riprende da dove l’aveva lasciato sei anni fa Le Cas Malaussène 1 : Ils m’ont menti. Il fatto che ci sia voluto così tanto per fare uscire questo seguito programmato - che dimentica perfino in copertina di essere Le Cas Malaussène 2 - testimonia la macchinosità di una creazione senza slancio, che risolve di malavoglia il volume precedente, e mette la famiglia assolutamente in secondo piano per la maggior parte delle pagine, per concentrarsi invece sulla creazione di un super-villain… fino a cambiare improvvisamente direzione ed offrire invece la soluzione, non richiesta, ad un ‘caso’ che tale non è mai stato